giovedì 20 maggio 2010

Libertà di stampa

Questa storia della libertà di stampa è veramente ridicola. Gli editori firmano appelli per la libertà di stampa come se fossero i paladini della democrazia, come se senza di loro dovesse succedere chissà che cosa...
Io mi guardo attorno e vedo centinaia di libri stampati ogni settimana da questi stessi editori, novità di cui nessuno sente la mancanza che riempiono tavoli, scaffali, magazzini e sottoscala, libri che nessuno ha voglia di schedare e che dopo un po' qualcuno inserisce solo per poter compilare la resa. E non mi riferisco solo ai piccoli editori, il più delle volte dei velleitari idealisti che non sanno fare altro che pubblicare se stessi e loro quattro amici; no, io penso soprattutto a quelle pilette di libri pubblicate dai grandi editori, che restano lì sul tavolo per settimane senza che nessuno si accorga di loro e che rimarrebbero tali se non fossero un giorno toccate dalla grazia di un passaggio televisivo da Fazio o da Augias.
A questo serve la libertà di stampa? A pubblicare schifezze?
Si dice che questi libri (le schifezze) servono per poter pubblicare i libri come Gomorra. Non è vero: Gomorra ha fatto guadagnare a Mondadori tanti di quei soldi che avrebbero al contrario permesso di dire di no a molti sciagurati; lo stesso vale per Piemme con Il cacciatore di aquiloni ed in genere per tutti quelli che hanno un titolo in cima alle classifiche.
Libertà di stampa. Ma per favore, ridateci la censura!