mercoledì 25 maggio 2011

Susan Sontag
Davanti al dolore degli altri
Mondadori 2006

Susan Sontag, "Davanti al dolore degli altri", Mondadori 2006

In questi giorni si parla molto di una certa fotografia che dovrebbe raffigurare un morto e che in molti vorrebbero vedere. Il libro di Susan Sontag parla anche di questo, del desiderio di vedere rappresentata la morte anche quando si presenta sotto forma di immagini raccapriccianti.
Ma soprattutto "Davanti al dolore degli altri" è un'analisi sul modo in cui l'osservatore recepisce l'immagine fotografica. Può ad esempio un'immagine che rappresenta una scena di guerra suscitare in chi la guarda un sentimento di sdegno che si traduca, anche a livello politico, nel ripudio della guerra stessa? In altre parole può l'arte entrare nella vita?
L'autrice sembra piuttosto scettica. Intervengono una serie di fattori che influenzano e in parte attenuano la forza comunicativa delle immagini. Uno di questi è la cosiddetta "artisticità" dell'immagine, espressione che non significa solo "esteticamente piacevole" ma va interpretata meglio come "artefazione", cioè immagine costruita secondo i canoni artistici. Molte delle più famose fotografie di guerra sono frutto dell'intervento del fotografo e dal punto di vista della storia della fotografia conoscere i dettagli di questo intervento ci permette di valutare la bravura del fotografo. Ma cosa cambia, nella mente dell'osservatore, la consapevolezza che il testimone ha modificato la scena per farla diventare più "memorabile"? E chi, tra il fotografo e la macchina, è il vero testimone?
Questo è solo un esempio. È un libro breve da leggere in molto tempo; bisognerebbe fermarsi a riflettere ad ogni pagina, tanto è ricco di spunti.
Se il libro ha un difetto è quello di non avere un apparato iconografico.

giovedì 5 maggio 2011

Libri sui test INVALSI introvabili? Ecco la soluzione!

Nonostante sia passato già un po' di tempo da quando è stato pubblicato, il post relativo ai test INVALSI risulta ancora oggi uno dei più letti, e non è difficile immaginare perché. Posso confessare candidamente che l'intera operazione è stata studiata a tavolino: interrogato con due semplici parole, "libri" e "invalsi", l'oracolo Google risponde con 376.000 risultati, ma già a pagina 5 compare il mio post. Sono soddisfazioni.
Tuttavia devo fare ammenda, anche i migliori possono sbagliare. Pensavo che il dramma dei test fosse una questione tutta familiare, da risolversi a casa, come una volta. Il figlio inetto, i genitori schiacciati dalla vergogna, il maestro cattivo e insensibile. Invece la situazione molto più grave.
A quanto pare, e mi è stato confermato da diverse madri sull'orlo di una crisi di pianto, le maestre e persino i professori hanno praticamente smesso di svolgere il loro programma e si stanno concentrando esclusivamente sulla preparazione dei test. Stiamo introducendo anche in Italia quello che viene chiamato "teaching to the test", espressione che non traduco perché non voglio passare per il solito provinciale. Il professor Israel spiega molto meglio di quanto possa fare io tutta la questione dal punto di vista pedagogico. Io posso aggiungere questo: ormai esistono veri e propri libri "adottati" per la preparazione ai test INVALSI; non sono i genitori che comprano questi libri per i figli e dar loro una spintarella, no, sono i professori stessi che li richiedono espressamente e li sostituiscono ai libri di testo normali. Per l'editoria scolastica si tratta di un regalo insperato e che forse ha colto un po' tutti in contropiede. Gli editori scolastici lavorano sulle basse quantità e quando c'è una richiesta improvvisa di un titolo è facile che vada esaurito e se ne perdano le tracce per molto tempo. L'anno prossimo si faranno sicuramente più furbi.
Ma non è solo colpa degli editori. In realtà la maggior parte delle persone ignora (giustamente) che esistono due canali distributivi diversi, uno per i libri "normali" e un altro per i libri scolastici, e due tipi di librerie, quelle "normali" e quelle scolastiche. I libri scolastici si comprano nelle librerie scolastiche. Andare dal proprio libraio di fiducia, per chi ne ha uno, e chiedere un libro scolastico è come andare dal panettiere e chiedere un litro di latte: due cose diverse. Certo, poi per accontentare il cliente si fanno i salti mortali e allora il panettiere si fa lattaio e il libraio fa la campagna scolastica.
Quindi, ricapitolando, se non trovate i libri per i test INVALSI forse è perché avete sbagliato libreria.
- Sì, ma quali sono le librerie scolastiche?
Come hai fatto a trovare questa pagina? Allo stesso modo trovi le librerie scolastiche: Google, librerie scolastiche, nome della città, cerca.

domenica 1 maggio 2011

Non ne avete una copia meno rovinata? Sa, è per un regalo...

Ieri è arrivato un libro ordinato da un cliente:
Forse l'immagine non rende bene l'idea: il libro era in condizioni pietose, c'erano macchie evidenti sulla copertina e la rilegatura della costa era mezza andata. C'erano persino attaccati pezzi di terriccio. Insomma, un libro da non vendere, punto. A me, che già avevo avuto una giornatina che non sto a dire, è venuto il sangue agli occhi pensando alle storie che mi avrebbe fatto il cliente vedendo un libro così. Poi mi sono accorto che dentro il libro c'era questo biglietto:
Ho sollevato delicatamente il libro, l'ho fatto vedere a tutti, colleghi e clienti in negozio e ho deciso che se il cliente che lo ha chiesto, per qualsiasi motivo non lo dovesse ritirare, allora me lo compro io. Questo ormai non è più un libro: è una reliquia.