martedì 6 agosto 2013

Gran Turismo

Il cliente del settore turismo è una categoria a parte. Compra solo Lonely Planet e se non c'è la Lonely piuttosto esce senza e non serve a niente avere una parete di guide turistiche alternative. Il cliente del settore turismo è un partigiano, la sua è una scelta di campo: Lonely, solo Lonely, sempre Lonely. Inutile cercare di spiegare che la Guida Verde del Touring è una spanna sopra, che le Lonely vanno bene per il turista della domenica e poco più... Anzi, più che inutile, pericoloso. Si rischia l'aggressione. Certo, stai dando della capra a un cliente, non è che ti puoi aspettare che ti dia ragione...
Alcuni comprano una guida turistica per andare a Santorini. Ora, con tutta la buona fede di questo mondo... a cosa serve una guida turistica a Santorini?
Altri invece chiedono, come se fosse la cosa più normale, guide turistiche per posti assurdi, cose che pensi: ma ci vai in vacanza o stai scappando dai creditori? Kuala Lumpur, Bangkok, Sydney... E poi stanno a guardare il prezzo, chiedono se c'è lo sconto. Cosa fai, spendi tre o quattro dei miei stipendi solo per il viaggio e poi chiedi lo sconto per la guida? Ma allora sei anche tu un poveraccio come me! Sei povero dentro!
E poi ci sono quelli che siccome non vogliono andare dove vanno tutti, si inventano il viaggio su misura, quello che tocca Austria, Svizzera e Germania, in moto, tanto per fare un esempio reale. E poi, dopo che hanno organizzato tutto (!) vengono a chiedere se c'è una guida che ricalca il loro itinerario. A questi fatico veramente a non rispondere che le guide su misura non le hanno ancora inventate.
Sospetto, ma non ne ho le prove, che ci siano anche i collezionisti di guide, ovviamente sempre Lonely Planet. Non mi spiego altrimenti le richieste tipo: sei mesi fa mi avete detto che doveva uscire la nuova edizione del Sudafrica... Cosa fai, aspetti ad andare in Sudafrica finché non esce la nuova guida? E comunque, vogliamo parlare dell'ossessione per l'ultima edizione? No, vero?
E' proprio vero, come avrebbe detto mia nonna, che la gente non sa più dove andare. Non voglio fare il qualunquista e dire che c'è la crisi e le autostrade sono piene o cose del genere. Però, per quelli che ancora se lo possono permettere, sembra che il mappamondo sia diventato un catalogo un po' limitato. Quando qualcuno mi chiede una guida per un posto strano e io sono senza, non manco mai di fare la battuta: "Eh... si vede che quest'anno andate tutti lì!". Rido solo io. Mi accontento di poco.
Io mi sto inacidendo, lo so. Non è solo colpa di questo lavoro, anzi forse il lavoro non c'entra niente, ma finisce che dei clienti vedo solo gli aspetti negativi, e tutti, salvo rare eccezioni, si portano in negozio qualcosa che me li rende insopportabili.
E' facile pensare che questi del settore turismo siano annoiati da tutto e sempre in cerca di qualcosa che pensano di trovare dall'altra parte del pianeta; ma ho paura che non sia questo romantico senso di insoddisfazione ad animarli. In queste persone io vedo solo il vuoto, un vuoto che loro per prime non sembrano affatto preoccupate di riempire. Viaggiano per avere qualcosa da raccontare, ecco tutto, con lo stesso spirito con cui vanno al ristorante, guardano un film o... leggono un libro. Non è l'esperienza in sè ad essere significativa ma il racconto dell'esperienza, quei quindici minuti di protagonismo che ti garantisce l'essere uscito dalla tua vita ordinaria per accostarti a quella straordinaria che tutti (?) sognano.
Fateci caso: nessuno ha mai il coraggio di ammettere che i posti che ha visto non gli sono piaciuti, che il viaggio è stato inutile, che insomma le cose non sono andate come avrebbe voluto. E soprattutto nessuno fa un viaggio in segreto, senza dirlo a nessuno o peggio ancora, dicendolo ma senza raccontarlo al ritorno. Questo la dice lunga sul significato del viaggio contemporaneo.
Quando poi torni non hai niente su cui riflettere perché non è successo niente di inaspettato, tutto è andato come previsto, la vacanza è riuscita bene. Sapevi già cosa avresti visto, lo hai visto, lo hai anche fotografato, e adesso me lo fai vedere. L'imprevisto non ha spazio, perdersi non è contemplato, cambiare itinerario si può solo se si è deciso prima. Tutto è organizzato, a partire dal tempo, dalla durata del viaggio che deve essere stabilita a priori: spesso il giorno dopo si deve tornare al lavoro.
L'uomo di oggi vive di organizzazione, chi non si sa organizzare è un fallito in partenza. Anche la nascita ormai è organizzata, mica puoi nascere all'improvviso, e tra poco organizzeremo anche la morte, così sarà più facile organizzare quello che c'è in mezzo.
Ma questo discorso mi sta portando troppo lontano, meglio darci un taglio. Comunque buone vacanze, e buon viaggio a tutti!