giovedì 28 luglio 2011

Amy Winehouse

Quando ho saputo della morte di Amy Winehouse la prima cosa che ho pensato è stata: ha avuto quello che voleva. Poi, spaventato da tanto cinismo, ho riformulato: se l'è proprio andata a cercare. Ancora insoddisfatto mi sono sistemato su un definitivo: non poteva andare che così, confortato in questo anche dalle dichiarazioni della madre che comunque, quanto a cinismo, non ha niente da imparare.
La seconda cosa che ho pensato è stata: adesso si scateneranno gli editori, e non ho sbagliato. Il giorno dopo, il più solerte dei rappresentanti ha chiamato per proporre un rifornimento urgente della biografia della Tsunami e poche ore dopo non so più chi voleva farci prenotare un camion di copie di un libro su di lei che deve uscire. Io sarò cinico ma gli editori sono sciacalli. E il capo, che ha risposto all'ultima proposta che "questa qui non si è mai venduta da viva, figuriamoci da morta" dimostra ancora una volta di che materia è fatto il nostro lavoro.