venerdì 4 novembre 2011

Il post precedente ha ricevuto un paio di commenti che sono arrivati al cuore del problema: i lettori sanno benissimo cosa vogliono. Un tempo, e parlo di un secolo fa, il libraio poteva dire di essere il tramite fra lo scrittore e i lettori; se un libraio di una grande città si impegnava poteva fare la fortuna di un giovane autore e allo stesso tempo poteva suggerire agli editori le opere che, se pubblicate, avrebbero incontrato il favore del pubblico. Oggi il ruolo del libraio qual'è? I lettori entrano in libreria già perfettamente informati su ciò che vogliono (amnesie a parte) grazie a giornali, televisione, blog e persino cartelloni pubblicitari. Sì, lo so che è tutto marketing ma tant'è, la gente vuole quello e a volte quello che vuole non è nemmeno male. A questo punto noi non facciamo altro che prendere il libro, magari dal tavolo sistemato all'ingresso, e imbustarlo. Nella filiera del libro, scandalosamente lunga, siamo diventati uno degli anelli deboli, assieme agli agenti (loro sì in via di estinzione) e persino agli editori. Oggi non solo gli editori possono fare a meno delle librerie grazie alla vendita diretta su internet, ma persino un autore può tranquillamente pubblicarsi e vendere il suo libro senza bisogno di nessun intermediario tra lui e il pubblico. E con l'ebook sarà ancora più facile. Dunque perché stupirsi se la figura del libraio ha perso quel bagaglio di competenze che un tempo erano la sua prerogativa?
E' difficile valutare ora l'impatto che avrà la legge sugli sconti per il futuro delle librerie. Io posso dirvi quello che sta succedendo adesso. Sui siti di vendita on line c'è uno sconto fisso al 15%, su tutto. In libreria le campagne si rincorrono, si sovrappongono e creano una confusione imbarazzante persino a noi, figuriamoci ai clienti. Che oltretutto ormai considerano lo sconto come un atto dovuto. Ora, che io sappia in Italia, a parte il libro, l'unico prodotto che arriva in negozio con il prezzo stampato sulla confezione, e quindi fissato all'origine, è il medicinale. Qualcuno ha mai provato ad andare in farmacia a chiedere uno sconto? Ultima trovata: la campagna su un singolo titolo. Siamo al limite della legge: la novità viene venduta, per un periodo limitato di tempo, con uno sconto superiore al 15%. Gli sconti escono dalla porta, rientrano dalla finestra. E' stato fatto con il nuovo di Carofiglio ma non so se l'idea prenderà piede. Qualcuno dice che alla lunga il prezzo di copertina dovrà diminuire. Io non ho mai visto diminuire niente in vita mia, a parte i miei capelli. Staremo a vedere.

3 commenti:

Boskizzi ha detto...

Confermo, sono anni che non chiedo consiglio ad un librario. Però ho cambiato libreria perché nella precedente non mi salutavano come avrei gradito. Sono un cliente forte, almeno 5/6/7/8 (dipende) libri al mese, più musica quando c'è qualcosa che mi piace. Mi piace salutare ed essere salutato, sarò megalomane, ma il senso rimane. Il libraio al giorno d'oggi assomiglia molto ad un commesso, ma un suo senso ce lo può ancora avere. Se è sveglio e preparato, può fornire utili connessioni tra un tomo e l'altro. I lettori forti spesso si focalizzano troppo su scrittori che amano e perdono grandi opportunità. Ecco perchè se acquisto Orwell (un nome a caso), potrebbe interessarmi conoscere Zamajatin. Non tutti cercano queste "unioni" su internet e un cosiglio potrebbe aiutare.

minty ha detto...

Qualcuno ha mai provato ad andare in farmacia a chiedere uno sconto?

Chiederlo no. Ma le farmacie comunali della mia città fanno già, autonomamente, delle campagne sconti sui medicinali da banco più comuni, a rotazione; con tanto di volantini promozionali dell'iniziativa - come fossero quelli dei supermercati (forse proprio per contrastare la vendita di tali medicinali anche nei supermarket).
Un'amica mi ha pure detto che l'ultima volta che è andata in una farmacia comunale, le han dato una tessera punti: ogni tot punti raccolti, 10€ di sconto sui medicinali.
Come vedi, ormai, pure la differenza tra librerie e farmacie si fa più labile... XD

Anonimo ha detto...

Caro collega, vorrei sottolineare che fare il libraio è un'occasione che ci viene data di intraprendere un mestiere. Il mondo editoriale cambia freneticamente nelle nostre mani, non so cosa sarà ad esempio del supporto cartaceo ( anche questo argomento,senza allarmismi,merita una riflessione), a maggior ragione abbiamo bisogno, noi e i lettori, di garantirci e attribuirci, rispetto alla vendita on line, un valore aggiunto. Il saluto, innanzi tutto, reciproco e sacrosanto. Una conversazione da cui può nascere il confronto e capire se possiamo essere un riferimento per il lettore (gusti, disponibilità, capacità di recepire le esigenze). Grande cortesia, perchè dobbiamo essere convinti noi per primi, che non lavoriamo in un supermercato, ma in un ambiente piacevole, rilassante, dove chi entra può e deve perdere l'orientamento, perchè accanto a quello che cerca può trovare qualcosa di altrettanto interessante. Ma per tornare alla questione delle promozioni: nessuno di voi (lettori e librai) ha notato come negli ultimi anni sia vertiginosamente aumentato il prezzo di copertina dei libri? parliamo di 1,2 o anche 3 euro sui tascabili. Il gioco degli editori è stato semplice: ti faccio lo sconto ma aumento il prezzo di base. Corretto? Tutta colpa dei librai, dunque?