Lezione di pedagogia di due delle mie colleghe.
Arriva in cassa un bambino che stringe in mano un libro, lo sventola evidentemente soddisfatto dell'ennesimo successo dei suoi capricci, sgomita, per quanto può, si fa largo tra la gente in coda (sì, gente in coda alla cassa, e allora?) e urla, con quella vocina acuta che solo oggetti così piccoli e di solito inanimati possono produrre
un imperativo "Devo pagare!", tra l'orgoglio dei genitori e i sorrisi dei clienti in coda.
La mia collega in cassa non lo guarda nemmeno e scandisce col massimo distacco: "Qui c'è la fila, mettiti in coda e quando è il tuo turno puoi pagare".
Gelo di tutto il negozio.
Il bambino, forse preso in contropiede da questa inaspettata manifestazione di indifferenza ai propri bisogni primari, si incolonna ordinatamente nella fila dell'altra collega in cassa (ho provato una volta a chiamarle "cassiere", per poco non mi menavano...), pensando di avere miglior fortuna.
Arriva il suo turno. Passa il libro alla collega e nel mentre non perde occasione per attaccarle un bottone che neanche i pensionati della domenica, e si sgola come se dovesse farsi sentire fino in piazza. La mia collega lo guarda e gli urla letteralmente sulla testa, vista la differenza di statura: "Oh, non sono mica sorda, smettila di gridare!".
Inutile dire che da questa esperienza potenzialmente traumatizzante il piccolo non ha riportato né conseguenze né miglioramenti rispetto alla sua idea deviata di comunicazione. I genitori se ne sono usciti soddisfatti di avere un figlio che sa farsi valere. I clienti, se ancora avevano dei dubbi, adesso sanno con chi hanno a che fare. Due a zero per noi.
1 commento:
Benvenuto nel magico mondo dei bambini....e dei loro genitori!
Comunque il mondo librario continui a non riuscire a lasciarlo andare....
Eleonora
Ps: bentornato!
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