mercoledì 4 giugno 2014

Lidia Ravera
Piangi pure
Bompiani 2013


Da più di un anno sto consigliando questo libro. E' strano, visti i tempi editoriali odierni che imporrebbero la sparizione dagli scaffali di un titolo dopo poche settimane; eppure non ho ancora trovato qualcosa con cui sostituirlo, un libro che sia allo stesso tempo leggero ma non banale, scorrevole e introspettivo, scritto bene senza essere inutilmente prolisso. Il che non vuol dire che non ci siano altri libri con le stesse caratteristiche, forse anche migliori. Le mie colleghe hanno letto ottimi libri (l'ultimo di Giorgio Falco, ad esempio, sembra essere un vero capolavoro) ma la qualità di "Piangi pure" è del tutto particolare, faccio fatica a classificarla e forse per questo non riesco ad abbandonarlo al suo destino.
Non è un capolavoro, lo ripeto. Eppure il personaggio di Iris, contraddittorio, incoerente e a volte persino inverosimile, è rimasto impresso nella mia memoria come non accadeva da molto tempo. Il suo sguardo disincantato prima di tutto verso se stessa, la sua vecchiaia, il suo mondo che piano piano è diventato sempre più ristretto ed ormai sembra limitarsi allo spazio compreso tra il suo appartamento e il bar sotto casa, è lo sguardo di una persona ancora pienamente vitale. I suoi giudizi sono sferzanti, le sue frasi pungenti e allusive, i suoi retropensieri hanno la lucidità e l'acume di chi non ha perso l'abitudine di osservare, del genere umano, le due facce speculari del comico e del drammatico.
La trama è semplice ma non prevedibile, la forma asciutta e libera, come richiede il genere diaristico.

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