Il primo cliente si avvicina con quell'andatura che hanno i vecchi la mattina, dopo che hanno fatto colazione al bar e hanno discusso la prima pagina del giornale col postino, anche lui rifugiatosi nel bar per godersi un po' di caldo al prezzo di un caffé. Insomma, l'andatura di un vecchietto che non ha più fretta di far niente. Gente così per tutto il giorno, penso tra me, ecco cosa ci vorrebbe.
Mi fa vedere un pezzo di carta. Tra tante cose scritte a mano in modo disordinato mi indica una parola, sorridendo come a dire che con quelli della sua età ci vuol pazienza. Antonella.
- Ho sentito alla radio stamattina che parlavano di un libro ma non ho fatto in tempo... non mi ricordo il titolo però so che l'autrice si chiama Antonella.
- Di cosa parlava il libro?
- Mah, dei "valori"...
Non è difficile: basta prendere l'ultima lettera del nome, Roberta, unirla alle doppie "l" di De Monticelli (le doppie restano sempre in mente, chissà perché...) e si ottiene il finale di un nome di donna: "lla". Si mescola il tutto e si ottiene Antonella. Oppure si punta sul libro che tutti stanno chiedendo, come ho fatto io, e con un po' di fortuna si risolve l'indovinello.
Il secondo cliente ha ordinato un libro, molto tempo fa. Sì, lo abbiamo avvisato ma lui era via e non è passato a ritirarlo, però adesso gli serve. Gli spiego che dopo un po' i libri ordinati e non ritirati vengono rimessi in vendita ma che se mi dice il titolo posso controllare: spesso questi libri rimangono comunque invenduti.
- Il titolo non me lo ricordo.
Ma come: ordini un libro che oltretutto ti serve, vieni in libreria e non ti ricordi nemmeno che libro è? Ma ti rendi conto?
- Se vi do il mio nome voi non riuscite a risalire...?
Eh già, noi abbiamo i computer, noi troviamo tutto. Diciamo la verità, il tuo è solo un modo maldestro e anche un po' arrogante di girare la frittata. Non ti ricordi che libro hai ordinato e vuoi anche avere ragione. Bravo.
Il terzo cliente è una specie di intellettuale decaduto. Mi chiede di tenergli da parte un libro perché non si ricorda se ce l'ha già. E tu cerchi di immaginarti come deve essere la sua biblioteca (perché è sicuro che avrà una stanza dedicata solo ai libri) e ti vedi davanti una di quelle dimore inglesi dell'Ottocento... Ma la realtà è che hai davanti uno che probabilmente compra un sacco di libri solo per il gusto di averli, ne legge pochi e quelli che legge se li dimentica. Figuriamoci se si ricorda quello che ha comprato.
Anche la cliente successiva ha ordinato un libro ma non si ricorda che nome ha lasciato per la prenotazione. Quando si dice una crisi di identità.
- Posso aver lasciato il mio da nubile o da sposata o quello della mia amica perché il libro è per lei, oppure ho dato quello di mio fratello perché pensavo che passasse lui a ritirarlo ma è dovuto partire...
Possono mancare gli studenti? Loro, molto semplicemente, ordinano il libro e si dimenticano di ritirarlo. No, non parlo di quelli che lo ordinano a venti librerie e poi lo trovano usato e buonanotte. No, ce ne sono di quelli che proprio se li dimenticano. Se li chiami, dopo un po', e gli dici che c'è un libro che li aspetta, sono anche contenti: «Ah, che bello, è arrivato? Sa che non me lo ricordavo nemmeno?». Sì, lo so.
2 commenti:
mmh... no, sono certa di non aver mai ordinato nessun libro e poi di averlo dimenticato... questo no.
però di aver appuntato un nome, confuso con altro e mischiato con il nome della colf del cugino della madre del cognato di vattelapesca... questo sì, ECCOME se l'ho fatto... peccato che io sia ben lontana dalla pensione (così lontana che secondo me quando dovrebbe essere l'ora ormai sarà una parola depennata persino dal vocabolario della crusca)
Mi divertono tanto i tuoi "racconti". Dovresti scrivere un libro!!! O forse lo hai già scritto....
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