Come se non bastasse il grande business degli esami di ammissione alle facoltà, con il loro corredo di inutili testi per la preparazione, manuali, eserciziari e compagnia (settore editoriale in cui il "migliore" è quello che contiene meno errori e il più "utile" è quello che ti fa perdere meno tempo in un'attività che non serve a nulla), ecco che ora fanno il loro ingresso in pompa magna i test INVALSI, questi sconosciuti.
Io non sono un esperto in materia ma da quello che ho capito i test INVALSI vengono somministrati agli studenti in momenti predeterminati del loro ciclo di studi per valutarne in maniera oggettiva la preparazione. Il loro obiettivo è di verificare il raggiungimento di obiettivi minimi di conoscenza. Sono nazionali, ovvero uguali per tutti, ma coinvolgono solo un campione di studenti estratti a sorte. La cosa più importante però è che i risultati dei test non fanno media, ovvero non incidono sul voto finale.
Detto questo, la domanda sorge spontanea: perché uno studente che di norma non si preparerebbe nemmeno per l'interrogazione più importante della sua vita dovrebbe sentir nascere dentro sé il sacro fuoco della conoscenza proprio in occasione dell'unico test che avrebbe interesse a consegnare in bianco (abbassando così gli standard di valutazione per sé e per tutti gli altri studenti italiani)? Risposta semplice: perché noi abbiamo dei libri da vendere.
Appena l'editore sente parlare di "test INVALSI" si domanda: come posso ricavare da una cosa inutile un qualcosa che si possa vendere? La strategia è sempre la stessa: prima di tutto suscito un bisogno, poi offro un oggetto che appaga questo bisogno indotto.
Quando si tratta di scuola i genitori si schierano immediatamente dalla parte dei figli e fanno di tutto per vanificare ogni tentativo di valutazione oggettiva dei risultati raggiunti dai loro pargoli, preferendo di gran lunga credere di aver allevato dei piccoli genii incompresi al posto dei mostriciattoli semianalfabeti che producono quelle misteriose opere grafiche che chiamano "verifiche scritte". Se c'è un motivo per scappare dal nostro paese è il pensiero che quando noi saremo vecchi l'Italia sarà nelle loro mani. Aiuto.
Comunque, per tornare ai nostri test, i genitori sono già abbastanza terrorizzati all'idea che i loro "tesori" non siano all'altezza di cotanta impresa e senza bisogno d'altro l'editore non deve far altro che offrire la soluzione più semplice: il libro per la preparazione al test. Vi prego, se entrate in una libreria, chiedete di visionare uno di questi libri; vi renderete conto del livello di difficoltà di cui stiamo parlando. Ebbene, nonostante questo i genitori cercano il solito "aiutino", quel qualcosa che aiuti i loro figli a "passare" il test INVALSI, a fare meglio degli altri. E noi abbiamo quello che cercano.
Sia chiaro: quello che abbiamo da offrire è solo fuffa, libri con domandine scopiazzate qua e là da qualche stagista annoiato, niente di più. Eppure li vendiamo come se fossero la chiave del successo. E i clienti ci chiedono pure i consigli: meglio questo o meglio quello? Facile, è meglio quello che mi garantisce il più alto margine di guadagno...
Siamo ad un passo dal reato di "circonvenzione di incapace", e per una volta non mi riferisco agli studenti.
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