giovedì 3 febbraio 2011

Regola n.3: "Il cliente è solo un pollo da spennare"

Il cliente entra e tutto improvvisamente si ferma. Lo conoscono bene, i miei colleghi. Questo è uno che viene una o due volte all'anno ma quando viene svuota la libreria. Se fosse un gangster sarebbe un pesce grosso, ma qui al posto dei banditi ci sono i librai.
Rimango immobile, ammirato dalla loro organizzazione. Il capo gli va incontro, lo saluta, lo mette a suo agio; non c'è fretta, nessun disturbo, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Invece dietro le quinte tutti sono in fibrillazione: alcuni girano per i tavoli e mettono in ordine, in tutta fretta, lasciando in superficie i libri che sanno potrebbero interessarlo; un altro sta schedando velocemente alcune costose novità appena arrivate, roba che non avrà molte altre occasioni di essere venduta; un altro ancora sta compiendo l'operazione più ruffiana: ben sapendo a quale parte politica appartenga il malcapitato, si preoccupa di nascondere certi libri eccessivamente polemici. Non tutti, però; sa che una delle cose che ama il cliente è mostrarsi superiore alle critiche.
E così, un libro dopo l'altro, facciamo giornata. Il capo gioca con lui come il gatto col topo, lo lascia libero per un attimo di guardarsi attorno, vede dove si sta dirigendo, sceglie la sua esca e tac! il libro in mano per farglielo sfogliare, il pesce ha abboccato, avanti un altro. Se non sapessi che i soldi di questo cliente sono tanti e quasi tutti guadagnati male verrei colto dai rimorsi di coscienza.
Certo, questo è un caso limite a cui in verità ho assistito solo poche volte. La realtà quotidiana è comunque la stessa: il cliente che entra in libreria non è altro che una vittima della trappola ben architettata da un'associazione a delinquere composta da autori, editori, imbonitori televisivi e librai, i veri esecutori materiali di questo delitto che chiamiamo cultura.

3 commenti:

Silvia ha detto...

E quindi? Cosa fare per non cadere in questo "teatrino"? (entrambi: cliente e libraio)

lememoriediunlibraio ha detto...

Innanzitutto chiariamo che organizzare al meglio questo "teatrino" è né più né meno il mestiere del libraio; se poi dalla sua buona riuscita dipende lo stipendio alla fine del mese l'unica cosa da fare è non avere scrupoli e vendere, vendere, vendere.
Dal canto suo il cliente è bombardato da una serie di condizionamenti più o meno occulti che lo spingono a scegliere liberamente quello che altri hanno deciso che lui scelga. Come difendersi? Innanzitutto non comprare i libri ma farseli prestare (amici, biblioteche...); poi, se proprio si vuol comprare, lasciar perdere le novità e preferire le cose uscite da più di un anno: il tempo fa delle ottime recensioni.

Giò ha detto...

Custodirò come un tesoro i tuoi consigli: "lasciar perdere le novità e preferire le cose uscite da più di un anno: il tempo fa delle ottime recensioni". Sai non avevo mai pensato a questo!