martedì 2 aprile 2013

Contro le fascette

Da quando frequento il reparto di narrativa sono diventato ancora più insofferente nei confronti delle fascette. Nella libreria precedente avevo a che fare con libri di saggistica e bene o male la fascetta era limitata. La trovavi quasi solamente sui libri di giornalisti famosi e la trattavi come un ospite indesiderato: sopportavi finché non ne potevi più, e allora la facevi sparire. Una mia ex collega strappava fascette come certe persone fanno scoppiare le palline di cellophan, in modo automatico e quasi compulsivo. Ricordo che alla fine dell'inventario sul pavimento rimanevano i cadaveri di tutte le fascette che si erano trovate involontariamente fra il lettore ottico e il codice a barre del libro. Ho sempre considerato la fascetta come un semplice ostacolo al mio lavoro, mai come veicolo di informazione.
La fascetta, come detto, si piazza sempre sul codice a barre, come se ne fosse attratta da una calamita. Voi direte: vabbè, basta spostarla un po'... Sì, se fosse per un libro. Ma quando devi fare una resa, magari pesante, di quelle che si fanno adesso, e devi spostare un po' la fascetta di quattro o cinquecento libri, capisci che un po' ti prudono anche le mani. Come se non bastasse ci sono editori che pensano che il vero valore del libro non sia quello espresso in euro, parlano del contenuto, del valore intrinseco... e per sottolineare questa loro lontananza dal vile denaro stampano il prezzo del libro nel risvolto interno della sovracopertina. Già questo è fastidioso per il libraio che deve caricare i libri e controllare il prezzo; diventa imbarazzante quando, davanti a certi clienti che non vedono il prezzo dove si aspettano che sia, il libraio è costretto a mostrare loro quanto siano inadatti al mondo contemporaneo e globalizzato semplicemente aprendo il libro. La fascetta, in questi casi, è il colpo di grazia.
Come detto, da un po' di tempo a questa parte le fascette sono così tante che toglierle è diventato un lavoro sfiancante. L'altro giorno osservavo lo scaffale dei romanzi Garzanti: tutti, dico, tutti con una fascetta gialla. Sembrava di guardare lo scaffale di una biblioteca, con le etichette in costa per la segnatura. Poi, quando escono le novità, capita anche di leggere cosa ci scrivono sopra. Ecco: la fascetta è una zona franca, dove poter dire quello che si vuole, dove chiunque può spararla grossa tanto si sa che è una fascetta e nessuno ci crede.

cvc

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Probabilmente già conosci...

http://fascettanera.blogspot.it/

;)

(Scambiare le fascette sui libri! Geniali!)

minty

lememoriediunlibraio ha detto...

Non lo conoscevo, grazie della segnalazione. Quanto a scambiare le fascette puoi farlo anche tu, non è difficile, basta un po' di manualità. Ed è molto meno grave di altre cose che puoi fare impunemente in libreria, tipo sfogliare un libro e poi infilarlo nello scaffale sbagliato.