Non lo so. Sarà che siamo in periodo di CUD e solo adesso mi rendo conto di quanto il mio stipendio sia vicino alla soglia di povertà; sarà che essendo un lavoratore dipendente pago tutte le tasse fino all'ultima goccia di sangue; sarà che a differenza del popolo delle partite IVA io non "scarico" praticamente niente (mentre loro scaricano anche l'aria che respirano). Non lo so.
Fatto sta che queste cose mi mandano letteralmente in bestia, al punto che ho deciso di usare la gogna mediatica di internet per dare libero sfogo alla mia frustrazione.
In data 31 marzo 2011 sono stato in una rinomata e frequentatissima copisteria della mia città per ritirare delle fotocopie che mi aveva lasciato un'altra persona. Conoscendo la copisteria ed il loro modo di fare quello sarebbe stato l'ultimo posto dove avrei lasciato delle fotocopie da ritirare ma conoscendo anche la persona che mi aveva coinvolto in questo intrallazzo non mi sono stupito più di tanto.
Sono entrato, ho detto ad una delle commesse quello che mi serviva e lei mi ha messo in mano un plico di fotocopie, rilegate con la spirale, e mi ha detto che in totale facevano dodici euro.
Praticamente ci compravo un romanzo tascabile, per dodici euro; e poi dicono che fotocopiare i libri conviene...
Metto nelle mani della commessa i soldi contati, lei mi sorride e mi dice «Arrivederci e grazie». Come arrivederci e grazie: e lo scontrino?
Parentesi: sapevo che ottenere uno scontrino da questa copisteria è impresa assai difficile. Una volta fui costretto a comprare qualcosa che, mi avevano assicurato, mi sarebbe stata rimborsata se avessi presentato lo scontrino. Bene, riuscii ad ottenere solo un foglietto con scritto sopra la cifra spesa ed uno scarabocchio che doveva essere una firma, foglietto che naturalmente venne cestinato da quelli che dovevano rimborsarmi la spesa. Dunque sapevo cosa mi aspettava ma un conto è trattare con un adolescente alle prime armi e un conto è farlo con un lavoratore dipendente, non più giovane, pieno di pregiudizi e in vena di litigare.
- E lo scontrino?
Parlare di corda in casa dell'impiccato. Stessa reazione. E qui, dopo il tempo necessario per capire che no, non stavo scherzando, la commessa rossa in viso mi ha detto, palesemente indispettita:
- Eh, ma allora devo farle pagare l'IVA!
Devi farmi pagare l'IVA, lo so. Questa storia chissà quante volte l'avrò sentita. Non c'è artigiano che non ci provi. Anche il dentista dove andavo da bambino aveva due prezzi, quello con IVA e fattura e quello senza. Tutto normale, se non fosse che alla fine dell'anno il dentista dichiara meno di quello che ho guadagnato io anche se per farmi un'otturazione mi chiede una settimana di stipendio. Lasciamo perdere i dentisti.
Il bello dell'essere lavoratore dipendente è che non hai bisogno di decidere se essere onesto o no. Quindi puoi fare del sano moralismo senza che nessuno ti possa contraddire. Ed io ne approfitto. Il risultato di tutta questa sceneggiata (perché questo è un copione già scritto e si ripete sempre uguale) è stato questo:
Ho preso lo scontrino senza neanche guardarlo perché era già una vittoria non aver ceduto alle lusinghe della commessa. Uno scontrino da questo negozio: fra qualche anno potrò rivenderlo sui mercatini come una rarità e rientrerò ampiamente della spesa. Già ora, quando lo racconto, la gente non ci crede.
Solo una volta arrivato a casa mi sono reso conto di come stessero le cose.
Lo scontrino è stato battuto alle 12.21 di un giovedì, cioè al termine di una mattinata di lavoro normale. Il numero degli scontrini battuti alla cassa è impressionante: otto. Significa che in tutta la mattinata sono stati battuti otto scontrini. Chi lavora in un negozio sa che questo dato vuol dire solo due cose: fallimento o evasione fiscale. E commercialista compiacente, Guardia di Finanza che ha troppo da fare, clienti che hanno il loro tornaconto... e copisterie oneste che faticano ad arrivare a fine mese.
Ecco, mi sono sfogato.
1 commento:
Non so perché ma certe volte persino mi vergogno a chiedere lo scontrino tanto è diventato normale non farlo... Mah...
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