Mi piace andare in libreria, perdermi tra i tavoli, curiosare negli scaffali alla ricerca di libri introvabili...
Balle.
Il cliente di oggi non ha tempo di girare a vuoto; se viene in libreria vuole essere sicuro di trovare il libro. Non esce nemmeno di casa se prima non ha telefonato. Ce l'ha questo libro? Me lo mette da parte? Non so quando vengo perché sto partendo per New York...
Al cliente piace entrare in libreria di corsa per evitare il senegalese sul marciapiede e fiondarsi al banco informazioni oppure, se c'è troppa gente in coda, preferisce sequestrare il primo commesso che vede (libero o no non importa) sventolandogli una lista di libri sotto il naso ed urlando in modo disordinato: che i libri servono per la tesi della figlia; che ha fretta perché ha parcheggiato in doppia fila; che i libri in questione non si trovano da nessuna parte; che una volta eravamo più forniti.
Il cliente non aspetta. Lei mi garantisce che il libro ordinato sabato sera arriva lunedì mattina, vero? Come no... Ecco perché le peggiori scenate le fanno quei clienti che per un motivo o per l'altro non trovano il libro che erano sicuri di trovare. Era da parte e adesso non c'è più; ho telefonato e mi hanno detto che c'era; il sito lo dà disponibile. E invece il libro non c'è.
Non c'è perché nel frattempo qualcuno, invece di starsene a casa a telefonare ha preso e con le sue gambette è venuto in negozio e ti ha battuto sul tempo. Non c'è perché per qualche misteriosa macumba le giacenze del computer non corrispondono quasi mai a quelle reali del negozio (gli inventari si fanno per questo). Non c'è perché dopo due settimane che il libro era da parte a tuo nome qualcuno si è giustamente stancato e te lo ha venduto. Non c'è perché il tono che hai usato al telefono non mi è per niente piaciuto e allora ho deciso di farti fare un viaggio a vuoto, tanto poi mi sarei rifugiato in una delle scuse precedenti.
E quello che scatena la furia del cliente non è tanto l'assenza del libro, quanto la perdita del suo prezioso tempo. Uno che vive sempre connesso, che ha sempre tutto sotto controllo non riesce a concepire che esista ancora un buco nero come la libreria, un posto in cui non sai mai quanto tempo ci metti per fare quello che devi fare perché il libro che cerchi non è mai al suo posto (per questo si dice che bisogna "cercare" un libro: perché non si sa mai dov'è) e in cui il commesso ti dice che «ci vuole un po' di pazienza, adesso glielo trovo». Pazienza?
1 commento:
"Mi piace andare in libreria, perdermi tra i tavoli, curiosare negli scaffali alla ricerca di libri introvabili..." Eccomi, io sono uno di quei rari casi.
Amo le librerie e amo tenere in ordine i libri che ho come fosse un mestiere, anche se ovviamente è un piacere.
Da poco ho scoperto Anobii. Mi son detta: quale migliore occasione per tenere delle schede di ciò che ho, ciò che vorrei e magari trovare qualcuno con i miei stessi gusti con cui scambiare due chiacchiere?
Inserisco i miei primi 150 libri e mi cadono le braccia.
Perché?
Il perchè l'ho scritto anche al Sig. Anobii (e da domani non so se avrò più un account attivo su quel portale..). Eccolo:
Caro Sig. Anobii, ti ringrazio per aver risollevato la mia giornata.
Infatti dopo aver visto che con tutte le energie profuse alla costruzione e alla diffusione del tuo sito ti sei perso in un bicchiere d'acqua mi hanno scatenato una risata che dura da circa dieci minuti.
Ora..
Sig. Anobii, sei mai stato in una biblioteca, in un uffico anagrafico, a rifare un documento che comprovi la tua esistenza in vita, sei mai stato chiamato per l'appello a scuola?
Immagino di si.
In tutti questi casi quale era l'unico modo per sapere che tu sei tu (lo so viviamo in un mondo confuso, ma questa è un'altra storia...)?
Ecco, se non l'hai scoperto fino ad ora ti do un indizio: il cognome.
Se sei d'accordo con me, come tutto il mondo che ha trovato un accordo in merito, concorderai che ordinare gli autori dei libri sul tuo portale dalla A alla Z per nome di battesimo è leggermente destabilizzante.
Comunque ti ringrazio per aver polverizzato un'altra regola che mi avevano insegnato a scuola e che entrando "nella tua casa" non serve affatto.
Grazie sinceramente per le risate, trovo che tu sia un genio - perverso - ma un genio.
Cordiali e allegri saluti
Claudia
Scusa il lungo intervento, e probabilmente fuori luogo, ma confido che tu possa capire l'idiozia della situazione. Ciao
Claudia
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