Ci sono libri che esauriscono quasi tutto il loro interesse nel primo capitolo. Questo è uno di quelli.
Una delle tesi è molto interessante, anche se forse non è originale: dobbiamo abituarci a pensare il mondo dei blog non come una rete, in cui tutti sono uguali, ma come una piramide.
L'autore prende nettamente posizione versi i Vib, Very Important Blogger, che sarebbero in cima alla piramide e riuscirebbero a mantenere la loro posizione grazie ai numerosi link "offerti" dalla base composta da tanti piccoli blogger sconosciuti.
Questo sistema si basa sul meccanismo di valutazione di Google che mette in cima ai suoi risultati le pagine che ricevono più link reputandole più importanti delle altre. Ecco il motivo per cui raramente quello che cerchiamo compare tra i primi risultati della ricerca.
Il meccanismo è già imperfetto di suo; se a questo si aggiunge il sistema di AdSense che fa guadagnare soldi in base al numero di visite ad una pagina, è chiaro che la tentazione di organizzare uno scambio reciproco di link tra chi sta in cima alla piramide e chi sta sotto è molto concreta. La blogroll, in parole povere, serve a questo.
In questo modo i piccoli alimentano la visibilità ed i guadagni dei grandi ricevendo in cambio, se va bene, un link di ringraziamento.
Ma non è questo l'inganno a cui si riferisce il titolo. Secondo l'autore la definizione di 2.0 non rifletterebbe un vero cambiamento nel mondo della rete, o almeno non al punto da giustificarne una nuova "versione". I contenuti creati dagli utenti (alla base della rivoluzione 2.0) sono in realtà sempre esistiti, così come le liste di discussione. Al contrario si assiste oggi ad un proliferare di fuffa che, tutt'altro che limitata dalla guardia che i Vib asseriscono di svolgere nei confronti dell'informazione, è in grado di debordare ed invadere anche la tradizionale carta stampata.
Si tratta quindi di un saggio ricco di spunti di riflessione per chi si occupa di blog e non ha un'infarinatura su questi argomenti. Peccato che dopo aver descritto il contesto generale della blogosfera l'autore si perda un po' dietro a questioni francamente troppo specialistiche per essere anche interessanti.
Una delle tesi è molto interessante, anche se forse non è originale: dobbiamo abituarci a pensare il mondo dei blog non come una rete, in cui tutti sono uguali, ma come una piramide.
L'autore prende nettamente posizione versi i Vib, Very Important Blogger, che sarebbero in cima alla piramide e riuscirebbero a mantenere la loro posizione grazie ai numerosi link "offerti" dalla base composta da tanti piccoli blogger sconosciuti.
Questo sistema si basa sul meccanismo di valutazione di Google che mette in cima ai suoi risultati le pagine che ricevono più link reputandole più importanti delle altre. Ecco il motivo per cui raramente quello che cerchiamo compare tra i primi risultati della ricerca.
Il meccanismo è già imperfetto di suo; se a questo si aggiunge il sistema di AdSense che fa guadagnare soldi in base al numero di visite ad una pagina, è chiaro che la tentazione di organizzare uno scambio reciproco di link tra chi sta in cima alla piramide e chi sta sotto è molto concreta. La blogroll, in parole povere, serve a questo.
In questo modo i piccoli alimentano la visibilità ed i guadagni dei grandi ricevendo in cambio, se va bene, un link di ringraziamento.
Ma non è questo l'inganno a cui si riferisce il titolo. Secondo l'autore la definizione di 2.0 non rifletterebbe un vero cambiamento nel mondo della rete, o almeno non al punto da giustificarne una nuova "versione". I contenuti creati dagli utenti (alla base della rivoluzione 2.0) sono in realtà sempre esistiti, così come le liste di discussione. Al contrario si assiste oggi ad un proliferare di fuffa che, tutt'altro che limitata dalla guardia che i Vib asseriscono di svolgere nei confronti dell'informazione, è in grado di debordare ed invadere anche la tradizionale carta stampata.
Si tratta quindi di un saggio ricco di spunti di riflessione per chi si occupa di blog e non ha un'infarinatura su questi argomenti. Peccato che dopo aver descritto il contesto generale della blogosfera l'autore si perda un po' dietro a questioni francamente troppo specialistiche per essere anche interessanti.
Nessun commento:
Posta un commento