venerdì 17 dicembre 2010

Ancora qualche riflessione su Amazon.it

Vorrei promettere di non occuparmi più di Amazon per un po', ma come si fa a fare certe promesse... In fondo Amazon è un po' come Mourinho, antipatico perché fuori dalle regole, simpatico per lo stesso motivo. E come per Mourinho le peggiori cose su Amazon le dicono i "colleghi".
Sento i rappresentanti dei vari editori che discutono tra loro. La domanda che tutti si fanno è: chi ha dato i libri ad Amazon se quando ha aperto noi non ne sapevamo niente? Chi dice Fastbook, chi Mondadori Francising; siamo ancora nella fase in cui si cerca qualcuno a cui dare la colpa. Non ci vorrà molto per scoprire l'arcano: le scorte finiranno (molti titoli sono già non disponibili) e vedremo chi calerà le braghe per primo.
Altra cosa inconcepibile è il fatto di avere i magazzini in Francia. Un libro ordinato a Roma parte per la Francia, poi torna a Orio al Serio e infine a Roma. Un bel giro senza dubbio, ma è tanto diverso da quello che succede con la distribuzione italiana? Basta pensare a quello che sta succedendo con PDE...
Poi ci sono gli sconti. Come fanno a vendere col trenta per cento di sconto? Lavorano in perdita? L'idea che questa è un'azienda di livello mondiale fatica a prendere corpo nelle loro teste. È lo stesso sistema dei supermercati, solo applicato all'editoria: avendo un'offerta diversificata posso permettermi di perdere da una parte se guadagno da un'altra. Immagino che Amazon guadagni bene vendendo orologi.
Riassumendo, mi pare che tra gli addetti ai lavori si stia tentando di spiegare il comportamento di Amazon usando le categorie del mercato editoriale italiano, categorie evidentemente inadeguate visto che portano ad una innegabile incomprensione del fenomeno. Basterebbe invece leggere l'intervista rilasciata a Severgnini dai due boss di Amazon (su Sette) per capire con precisione in quale direzione stiamo andando.
"Il cliente comanda" è il loro motto ed è molto più di un semplice "il cliente ha sempre ragione". E qual'è la prima cosa che vuole il cliente? Prezzi bassi. Per questo motivo la strategia di Amazon è molto semplice: passato questo periodo "promozionale", per ogni libro si posizionerà al livello dell'offerta più bassa dei siti concorrenti. In questo modo il cliente saprà di poter contare sempre sul prezzo più basso (anche se alla pari con qualcun'altro) e la concorrenza dovrà necessariamente deporre le armi, pena l'annientamento. Non tutti lo hanno capito: ho visto siti proporre sconti del 32% su alcuni bestseller che Amazon aveva al 30%; risposta di Amazon: 33% di sconto. Avanti così.
Ma il cliente vuole anche sapere se il libro c'è davvero e quando arriverà. Da questo punto di vista la mia speranza è che dal confronto con Amazon i siti italiani siano spinti a migliorare la qualità delle loro informazioni al cliente. Il paragone in questi giorni è veramente impietoso: Amazon informa i clienti del numero di copie in magazzino, della possibilità o meno di ricevere il libro entro Natale e, quando non è sicuro di consegnare in tempo sentite cosa dice: «Vuoi la consegna entro Natale? Questo articolo ha dei tempi di spedizione più lunghi e verrà consegnato dopo il 25 dicembre». Quale sito italiano è così onesto?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Costa sta succedendo con PDE?

lememoriediunlibraio ha detto...

Succede che PDE, un grosso distributore italiano, ha aperto due magazzini, uno a Milano e l'altro a Padova. Dal primo, se ho ben capito, si riforniscono le piccole librerie, dal secondo le grandi. Risultato: una piccola libreria di Padova deve aspettare che il libro ordinato arrivi da Milano, sperando che ci sia.
Il discorso sarebbe più complesso ma io l'ho capito fino a un certo punto, quindi preferisco fermarmi qui.