lunedì 10 gennaio 2011

Il piacere di perdersi tra i libri - 2° parte

Alla gente piace venire in libreria però appena può manda qualcun'altro. Non potete nemmeno immaginare la quantità di persone che vengono in negozio per acquistare o ritirare libri per conto terzi. La mamma per la figlia, il marito per la moglie, il nonno per il nipote... A volte sembra che sia stato organizzato volutamente una specie di girotondo: io ritiro il tuo, tu ritiri il mio. Per non parlare di quelli che mentono, dicono che il libro non è per loro (sappiamo benissimo di che tipo di libri stiamo parlando).
I ritiratori si dividono in due categorie: gli organizzati e i disorganizzati. Gli organizzati avanzano verso il banco informazioni con il braccio teso ed un biglietto in mano. Non parlano. Non vogliono responsabilità. Di solito il biglietto è scritto dall'acquirente finale, quindi non è necessario che sappiano cosa c'è scritto sopra, come quando vai dal farmacista con la ricetta scritta dal medico: son cose vostre, io non c'entro niente. Impeccabili esecutori dei compiti loro assegnati, ottimi lavoratori, perfetti soldatini nella guerra quotidiana contro il buon senso.
Decriptare il biglietto è compito del libraio che dimostra in questo una certa propensione per la paleografia. E a volte una piccola dose di sadismo. Basta poco: «Ma vuole l'edizione rilegata o quella economca?». Ecco fatto. Il ritiratore è chiamato in mezzo, deve prendere inaspettatamente una decisione. Panico. Telefono. Non risponde. Si allontana. Esce. Il bello di avere uno stipendio basso e fisso è che puoi anche perdere una vendita in cambio di una piccola soddisfazione.
Poi ci sono i disorganizzati. Oggi è entrato in negozio uno che doveva ritirare «un libro sulle armi a nome "Barbara"». Naturalmente nessuno riserva un libro a nome "Barbara": cognome nome e telefono, altro che "Barbara". Partiamo bene, penso tra me.
- Scusi, che libro era?
- Un libro sulle armi.
- Sì, ma si ricorda il titolo?
- No.
- Il cognome di Barbara?
- No.
- Quando ha chiamato?
- Ma a computer non risulta?
Ecco, quando smettono di rispondere e cominciano a contrattaccare vuol dire che hanno paura. Diventano aggressivi come animali selvatici. Era una cosa da niente, cinque minuti al massimo e guarda qui in che casino mi sono messo. E poi questo qui che sembra faccia apposta.
Tranquillo, sto veramente facendo apposta. Godo nel metterti in difficoltà perché devi imparare che nella vita bisogna sempre essere preparati agli imprevisti. E chi ti ha mandato la prossima volta deve pensarci due volte: mai mandare una scimmia a fare il lavoro di un uomo. Tu ordini il libro, tu lo vieni a ritirare. Non ci credo che non hai tempo. Il tempo per i saldi scommetto che lo trovi. Abiti lontano? Potevi pensarci prima; magari vicino a casa tua c'è una piccola libreria che sta chiudendo per colpa di gente come te, tutta internet e telefono. Che poi, Barbara, parliamoci chiaro, non mi sembra che un libro sulle armi sia una cosa così urgente, no?
Tra i disorganizzati i peggiori sono i fattorini. Questi vengono e sono veramente all'oscuro di tutto. Ed hanno una fretta bestiale. Al minimo accenno di esitazione da parte tua si girano e se ne vanno, mica hanno tempo da perdere. Di solito articolano a malapena il nome dell'azienda per cui lavora il destinatario e tanto deve bastare. Con loro c'è veramente poco da fare ma d'altra parte è il loro lavoro.
Lo studente, categoria a parte. Lui riesce a non ricordarsi che libro ha ordinato ma ha la faccia tosta di presentarsi di persona in libreria. Come sparare sulla Croce Rossa. Nel suo caso è di vitale importanza avere una persona che lo assiste: un insegnante di sostegno, un obbiettore, una badante, qualcuno insomma che si prenda cura di lui. In certi casi anche un libraio può andar bene.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cattivissimo! :-D Le memorie di un libraio cinico e impietoso!
Chissà se godresti di clienti ("clienti") come me che girano invece proprio per il gusto di girare, sogguardano le novità, rimirano le edizioni nuove dei classici, spulciano tutti i nomi dei traduttori (mai visti come fanno i traduttori, prima cosa cercano l'autore in seconda, magari sorridono perché è un loro conoscente), ammirano una bella copertina, pensano "Che bello questo libro! Dovrei comprarmelo!" ma probabilmente già ce l'hanno e sarebbe un doppione... e alla fine escono senza aver comprato niente.
Questi ti piacciono? ;o)

Giò ha detto...

Sono d'accordo! Dovresti scrivere due righe anche su queli che entrano in libreria sopratutto per ammirare i libri e la bravura degli altri, giranno dentro per un'ora, leggendo tutto quello che possono, assorbendo come una spugna più informazioni possibili per poi uscire comprando poco o niente. Descrizione autobiografica? Chissà.
Ok, lo so, devo cambiare!