Sapevo che sarebbe andato tutto allo sfascio, ma non immaginavo fino a questo punto e in così poco tempo!
Ieri era l'ultimo giorno ufficiale del mio contratto, anche se ero in ferie già da un po'. Ho aspettato fino all'ultimo giorno a consegnare le chiavi del negozio un po' per vedere se qualcuno aveva il coraggio di farsi sentire, un po' per avere la scusa per tornare a vedere la situazione. Beh, sono entrato e non credevo ai miei occhi.
Prima di andarmene avevo preparato le rese più grosse, messo i libri negli scatoloni (erano solo da chiudere e portare, c'era già anche l'autorizzazione) ed avevo finito di sistemare gli scaffali di varia lasciando un bel po' di spazio in previsione dell'arrivo delle novità autunnali. Sapevo che le mie colleghe non avrebbero avuto il tempo e la voglia di fare il lavoro per bene (ordine alfabetico, spostare i libri quando serve...) ma che avrebbero preso e sbattuto a scaffale senza grande criterio. Così ho pensato di facilitare loro il compito lasciando lo spazio necessario.
In mia assenza si è presentato il capo. Ha visto gli spazi vuoti e dall'alto della sua competenza ha sentenziato: gli scaffali così vuoti non stanno bene.
La nuova arrivata, quella che ha preso il mio posto, aveva lavorato in negozio quest'inverno e mi era sembrata sì intraprendente ma anche tremendamente incapace, quindi potenzialmente molto pericolosa se lasciata libera di agire. Tuttavia mi sbagliavo.
La ragazza si è dimostrata tutt'altro che intraprendente. Nel tentativo di correggere quello che a tutti sarà apparso come un mio errore estetico, ha seguito alla lettera le indicazioni del capo: ha spostato tutti i libri in modo da riempire per bene gli spazi negli scaffali e sui ripiani rimasti vuoti ha sistemato i catechismi. Brava. Ci volevi tu per mettere le cose a posto.
Quando la nuova arrivata si accorgerà che gli scatoloni che si stanno accumulando sono pieni di libri da esporre se ne uscirà sicuramente con la frase che in tanti hanno pronunciato prima di lei per giustificare le loro mancanze: «Ci vorrebbe più spazio». Eh già. Perché non ne usiamo un po' di quello che c'è nella tua scatola cranica?
Ma io non ce l'ho con le donne. Anzi, sono convinto che le donne abbiano capacità che noi uomini non avremo mai, come ad esempio quella di leggere le parole a testa in giù. Deve essere il risultato di qualche lungo processo di evoluzione. Non so a cosa possa loro servire ma non mi spiego altrimenti perché sia le mie due vecchie colleghe, che potevano aver ereditato questo modo di fare da esperienze precedenti, sia la nuova arrivata, che ce l'ha di suo, riescano a posizionare sistematicamente i libri con le scritte al contrario. Ne ho avuto conferma anche ieri, quando mi sono accorto che tutti i catechismi sono esposti al contrario.
E fosse solo per i catechismi! Una delle mie più brucianti sconfitte è stata quella per il raddrizzamento dei fogli delle prenotazioni.
La procedura prevedeva di stampare le prenotazioni, tagliare a strisce il foglio con le prenotazioni in modo che ogni striscia corrispondesse ad un cliente ed infine infilare il foglietto nel libro prenotato. E qui il meccanismo si inceppava. Il foglietto infatti, infilato nella parte alta del libro, risultava illeggibile quando i libri venivano impilati uno sopra l'altro. L'unica soluzione era di girare i libri al contrario. Stesso problema quando i libri venivano appoggiati al muro (come nel caso dei libri scolastici). Bisognava scegliere: o i foglietti finivano contro il muro (illeggibili), oppure tutti i libri andavano messi al contrario. Naturalmente era prassi seguire questa seconda strada.
La mia proposta di risolvere la situazione infilando il foglietto nella parte bassa del libro è sempre stata ritenuta troppo complicata e comunque inutile e forse dannosa.
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