Oggi mi sono occupato di cose serie: soldi.
Per prima cosa ho cercato la nuova sede dell'assicurazione con cui ho sottoscritto la pensione integrativa. Qui ho parlato con una ragazza che indossava un reggiseno di brillantini rossi sotto una camicia bianca che si chiudeva a fatica ed era comunque indossata con molta negligenza. Nonostante la sua evidente inesperienza, nel portare abiti così come nel lavoro, ho ottenuto quello che volevo sapere: l'ultimo versamento sul fondo pensione risale a gennaio 2009. Ho chiesto spiegazioni e la risposta è stata: noi non possiamo farci niente, la legge dice che i datori di lavoro devono versare le quote, se non lo fanno ci devi pensare tu, o i sindacati.
Accecato dall'ira sono uscito e sono andato dai capi, cioè dal capo che si occupa di queste faccende.
- Ciao, dimmi tutto.
- Volevo sapere qualcosa del mio stipendio.
- Ho detto a *** di pagarti tutto entro la fine del mese.
- Tutto, anche la quota del TFR?
- Tutto.
- No, perché sai...
- Sì, abbiamo avuto delle difficoltà...
- No, volevo dire che... non vi siete fatti sentire per dei mesi...
- Ma come, io ho parlato con ***, potevi chiedere a lei!
- Sì, ma non è *** il mio datore di lavoro. Sei tu.
- Come sei formale! Io non posso tutte le volte venire a dirvi le cose. Parlo con le persone che vedo e poi queste vi riferiscono!
- Sì ma qui parliamo di qualche mese senza stipendio, forse era il caso...
- Beh, ma se avevi bisogno potevi dircelo, avremmo trovato una soluzione.
- Mah, sai, lo stipendio non è una cosa che devo chiedere come se... va beh, comunque se è tutto a posto io posso andare. Grazie.
Forse, con un po' di prontezza di spirito avrei anche potuto far notare che la fine del mese è domani. D'altra parte oggi mi sono reso conto che in situazioni di particolare tensione il mio corpo reagisce con un terrificante calo di voce: sono uscito per strada che ero quasi afono.
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